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Il sonno e i sogni al tempo del Covid


Sembra davvero che la pandemia stia influenzando le nostre notti in queste settimane di quarantena e non solo disturbando la generale qualità del sonno, ma in particolare stimolando sogni inusualmente vividi e concitati.


Persino su Twitter gli hashtag #covidDreams #weirddreams stanno diventando virali e migliaia di persone stanno condividendo l'esperienza di un mondo onirico particolarmente attivo, bizzarro e spesso popolato di incubi.


Gli studi in corso


Il fenomeno è così diffuso da essere al centro di alcuni recenti studi scientifici in diversi istituti di ricerca. In particolare, il Center for Research in Neuroscience di Lione, ha dato il via fin da Marzo a una ricerca e i risultati provvisori ci dicono che il 35% dei partecipanti riferisce di ricordare un maggior numero di sogni rispetto al periodo precedente la pandemia. Il 15% dei soggetti riporta inoltre un aumento degli incubi.


Nel frattempo, l’Associazione italiana di medicina del sonno, sta conducendo uno studio simile, con l'obiettivo di indagare le specifiche conseguenze sul sonno e sul ritmo sonno/veglia nelle condizioni di isolamento in cui sta vivendo larga parte della popolazione.


Perché sogniamo e cosa ci dicono i sogni?


Noi sogniamo tutte le notti, anche quando al risveglio non ricordiamo nulla e i sogni hanno una funzione specifica per l'equilibrio della nostra psiche.


La psicoanalisi ci mostra come le vicende che ci accadono nella vita quotidiana muovano in noi reazioni emotive di cui solo in parte siamo consapevoli. Il resto avviene nell'Inconscio, quel quadrante del nostro mondo interiore cui abbiamo accesso proprio nei sogni e in cui risiedono i nostri contenuti più profondi e le nostre angosce più antiche.


L'attività onirica ha proprio la funzione di elaborare gli aspetti inconsci più conflittuali e carichi di tensione messi "in risonanza" dagli episodi della giornata, dando loro un significato e provando a mitigarne gli effetti disturbanti.


Il teatro del sogno mette in scena queste angosce e permette loro di essere rappresentate in forma simbolica, rendendole così meno minacciose.

Se il lavoro del sogno funziona, assisteremo dunque a spettacoli anche molto bizzarri, ma non angoscianti.

Quando siamo sovraccarichi di tensione, preoccupazioni per il futuro, paura, ansie, può succedere che le nostre capacità di elaborazione siano insufficienti ed è a quel punto che i nostri sogni possono diventare incubi.


L'interpretazione dei sogni, propria del metodo psicoanalitico, prova a leggere queste immagini alla luce della storia personale del paziente, traducendo insieme il linguaggio simbolico del sogno in pensieri della veglia e aprendo la possibilità di una ulteriore e più consapevole elaborazione dei contenuti inconsci.


I sogni della quarantena


Le preoccupazioni e le incertezze di questo periodo di pandemia producono un'attivazione ansiosa che può essere fonte di disturbi importanti anche in termini di qualità del sonno.


Gli incubi sono frequenti e i loro contenuti sono spesso legati alle immagini della pandemia. Molte persone raccontano infatti di sogni angoscianti con grandi assembramenti di persone, fughe, l'improvvisa consapevolezza di essere "uscito di casa senza la mascherina", controlli delle Forze dell'Ordine con esiti nefasti.


Anche quando i riferimenti alle vicende del Covid-19 non sono così espliciti, i sogni sono spesso molto concitati, affollati o raccontano scene di disorientamento, solitudine, isolamento che legano le ansie di questi giorni con immagini più profonde legate alle nostre angosce più intime e antiche.


Prendiamoci cura delle nostre emozioni


Il mondo intero è stato travolto da una minaccia inattesa, inizialmente soverchiante la nostra capacità di affrontarla e che ci ha messo di fronte un rischio potenzialmente mortale: tre caratteristiche fondamentali di ogni esperienza traumatica.


Il trauma è dunque collettivo, ma il distanziamento sociale ci costringe ad affrontarlo quasi esclusivamente sul piano personale, limitando la nostra possibilità di socializzare le emozioni.

Non a caso le prime reazioni al lock-down sono state gli applausi dalle finestre, le canzoni cantate da terrazzo a terrazzo attraverso interi quartieri, i messaggi "Andrà tutto bene" appesi ai poggioli di tutto il Paese come preghiere affidate al vento.

Siamo esseri sociali e istintivamente cerchiamo il contatto con gli altri nei momenti difficili. Essere costretti a rimanere isolati in un momento così difficile rende tutto più faticoso.


Prendersi cura di sé stessi in queste fasi non significa solo occuparsi del proprio corpo.

E' fondamentale prendersi cura delle proprie emozioni, dar loro parole, cercare il contatto con gli affetti più cari (siano familiari o amici) tramite gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione, confrontarsi, esprimere le nostre paure e le nostre speranze, dare spazio a ogni forma di creatività che ci permetta di rappresentare noi stessi.


Se il disagio è troppo intenso, può però essere necessario rivolgersi a un professionista che possa accompagnare in un percorso di elaborazione delle emozioni più difficili e a un recupero della propria serenità, fornendo nel contempo strumenti nuovi per la gestione dello stress e la riduzione dell'ansia.

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