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Domande Frequenti

  • Che differenza c'è tra Psicologo, Psichiatra e Psicoterapeuta?"
    Questo è un dubbio molto diffuso, che può creare confusione e incertezze nella scelta del professionista, quindi proviamo a fare chiarezza. Psicologo Lo Psicologo ha conseguito una laurea in Psicologia, è abilitato alla professione dall'Ordine Nazionale degli Psicologi ed è iscritto all'Albo degli Psicologi. A seguito della laurea, ha portato a termine un tirocinio di un anno e ha superato un Esame di Stato per ottenere l'abilitazione. Lo Psicologo fornisce valutazioni psicodiagnostiche, colloqui di supporto, consulenze, interventi di prevenzione e promozione del benessere, ma non è abilitato a offrire percorsi di psicoterapia. La professione di Psicoterapeuta prevede infatti un'ulteriore specializzazione. Psicoterapeuta Lo Psicoterapeuta può essere uno Psicologo o un Medico. In entrambi i casi dopo la laurea deve seguire un percorso di formazione che lo abiliti alla psicoterapia. Lo Psicologo che voglia diventare Psicoterapeuta frequenta una scuola di specializzazione quadriennale, con tirocinio, esami e tesi finale. Al termine di questo percorso viene abilitato alla psicoterapia. Psichiatra Lo Psichiatra è invece laureato in Medicina e ha conseguito una specializzazione in psichiatria, che lo abilita anche alla psicoterapia. Essendo un Medico, può prescrivere farmaci.
  • Lo psicologo prescrive farmaci?
    No, lo psicologo non può prescrivere farmaci. Nel caso in cui lo psicologo ritenga opportuna una valutazione in tal senso, può proporre al paziente di consultare uno psichiatra ed eventualmente fornirgli il contatto di un professionista di fiducia.
  • Come funziona il primo colloquio?
    Il primo colloquio rappresenta il primo atto di un percorso breve ma fondamentale, definito consultazione psicologica. La consultazione è una fase di conoscenza reciproca ed esplorazione della situazione del paziente, che viene solitamente sviluppata in 3 incontri. Attraverso il colloquio, lo psicologo potrà raccogliere fondamentali informazioni riguardo il disagio vissuto dal paziente, il suo contesto di vita, la sua storia, le sue risorse, le motivazioni alla terapia. Alla luce di queste osservazioni il professionista individuerà gli strumenti di lavoro più adeguati al caso e formulerà una proposta terapeutica, che verrà discussa col paziente al fine di condividere gli obiettivi comuni del percorso. Il primo colloquio e l'intera consultazione sono dunque parte integrante del percorso terapeutico e ne permettono la progettazione e la realizzazione. Al termine degli incontri di consultazione, sarà concordata la frequenza, i giorni e gli orari e il costo delle sedute. Per un approfondimento sulla durata complessiva della terapia, clicca qui.
  • Lo psicologo è tenuto al segreto professionale?
    Sì, a norma del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, lo psicologo ha l'obbligo del segreto professionale
  • Quanto dura una terapia?
    Nella maggior parte dei casi non è possibile stabilire in anticipo la durata di un percorso di psicoterapia. La terapia non viene "somministrata", ma costruita insieme dal paziente e dal terapeuta. Ogni percorso ha dunque caratteristiche uniche e una storia che non può essere definita a priori. Durante i primi colloqui (anche definiti fase di consultazione), è cura del professionista valutare quali siano le caratteristiche del paziente e quali gli strumenti terapeutici più adeguati. Nel corso della terapia, il confronto costante terapeuta e paziente. permette di monitorare l'andamento del percorso e valutare il raggiungimento degli obiettivi concordati.
  • Posso prendere appuntamento per un mio familiare?
    Può succedere che ci si preoccupi per la serenità di un familiare e si pensi che potrebbe aver bisogno di parlare con uno psicologo. Allo stesso tempo, è fondamentale che la motivazione a intraprendere un percorso di consultazione e un'eventuale terapia sia personale e consapevole. Non è dunque possibile prendere appuntamento per qualcun altro e inviare qualcuno dallo psicologo senza il suo consenso. Se ritieni che un tuo familiare sia in difficoltà, parlane con lui ed eventualmente proponigli di contattare uno psicologo. Potrebbe non averci pensato e il tuo consiglio potrebbe essere l'inizio di un positivo percorso di consapevolezza e di recupero della serenità. Se pensi che un tuo familiare possa aver bisogno di confrontarsi con uno psicologo, ma non sai come affrontare la questione con lui, contattami e ne parleremo. In ogni caso però, chiederò che sia poi la persona stessa a chiamarmi e fissare un appuntamento se intenderà davvero avviare una consulenza.
  • Posso interrompere la terapia quando voglio?
    Il paziente è ovviamente libero di interrompere la terapia in qualsiasi momento. Se si sta pensando di interrompere la terapia è opportuno parlarne col terapeuta, al fine di esplorare insieme le motivazioni e i significati della scelta. E' inoltre possibile concordare una fase di conclusione, che permetta di avere il tempo necessario per una buona elaborazione della fine della terapia. La conclusione di qualsiasi esperienza è parte dell'esperienza stessa: esplorarla insieme può fornire al paziente ulteriori elementi di consapevolezza e intuizioni per future riflessioni.
  • Quali sono i vincoli per la presa in carico di un minore?
    Lo psicologo può incontrare un minorenne solo previo consenso infomato firmato da parte di chi esercità la potestà sul minore stesso (di norma entrambi i genitori, oppure un solo genitore o un tutore nel caso ci siano stati interventi di limitazione della potestà da parte dell'Autorità Giudiziaria). Nel caso la responsabilità del minore sia regolarmente affidata ai due genitori, è necessario il consenso di entrambi. Il primo colloquio per la valutazione dell'eventuale presa in carico di un minore verrà dunque effettuato incontrando solo i soggetti che detengono la potestà genitoriale o la tutela. In seguito sarà possibile vedere il minore per i primi incontri di consultazione e l'eventuale impostazione di un percorso individuale o familiare.

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